martedì 24 giugno 2008

Morfologia

Come annuncia il titolo del post, mi sembra corretto, per quelli di voi che vogliono imparare a capire il nostro dialetto spiegare la di morfologia:


Sostantivi

In questi tutti i dialetti, i sostantivi sono maschili o femminili. Il neutro romanzo, anche detto "neutro di materia", interessa alcune aree, soprattutto nell'aquilano. Ad esempio, forme come lo pà(ne), lo vì(no) sono in opposizione al maschile ju quatrànu.

Le forme del plurale dei sostantivi rimangono quelle del romanzo comune: -i per i nomi maschili, -e per quelli femminili. Ma la -i dei maschili ha provocato il fenomeno della metafonesi, che si riflette sulla vocale tonica precedente. Nei dialetti dove le vocali atone finali si sono indebolite e confluite nell'unico esito ë, la metafonesi resta così l'unico marchio del plurale.


Pronomi ed aggettivi

Come in buona parte dell'area centro-meridionale, i dialetti abruzzesi sono caratterizzati da ènclisi dell'aggettivo possessivo (ad esempio, pàtrëmë 'mio padre', sòretë 'tua sorella').

La tripartizione dei dimostrativi è anche un fenomeno comune. Ad esempio, a Ortona si hanno stu 'questo', chëlù 'quello' e ssu 'codesto'. La tripartizione riguarda anche gli avverbi di luogo; sempre ad Ortona, si hanno ècchë 'qui', èllë 'lì', ma anche èssë 'costì' (lontano da chi parla, vicino a chi ascolta). Un'alternativa al tipo èllë è lóchë, diffuso nell'aquilano.

Il pronome personale soggetto di 3a persona è dappertutto il tipo isso (varianti éssë, ìssu, ecc.)

Verbi

Il condizionale presente si presenta secondo due forme: l'una, più antica, è rappresentata dall'aquilano mangiarrìa 'mangerei' e deriva dall'infinito + imperfetto del verbo avere; la seconda riprende invece il congiuntivo imperfetto, ad esempio magnéssë 'mangerei'. La seconda forma tende a rimpiazzare la prima dappertutto. Sono attestate forme ancora più arcaiche, derivate dal piuccheperfetto indicativo; ad esempio, a Trasacco putìrë 'potresti', fatigarìmë 'lavoreremmo'.

Sintassi

Fenomeni comuni all'area centro-meridionale sono l'accusativo preposizionale (salùtëmë a ssòrëtë 'salutami tua sorella'); l'impopolarità del futuro sostituito dall'indicativo presente (dumànë lë fàccë 'domani lo faccio) ¨ Per esprimere un rapporto durativo, sono diffuse due forme. La prima, comune a tutta l'area centro-meridionale consiste nel costrutto andare + gerundio (ad esempio, va purtènnë la pòstë 'va portando la posta'). La seconda forma, tipica dell'Abruzzo e delle regioni limitrofe, utilizza il costrutto stare + infinito (ad esempio, chë sta a ddìcë? 'che sta a dire?').

Molti dialetti d'Abruzzo e delle regioni limitrofe presentano essere come ausiliare dei verbi transitivi, con l'eccezione della 3a e della 6a persona (ad esempio, a Crecchio sémë cërcàtë 'abbiamo cercato', sétë cërcàtë 'avete cercato').

L'accordo participiale è particolare; si ha accordo fra soggetto e participio piuttosto che fra participio ed oggetto[2] (ad esempio, nu lë sémë fìttë lu pànë 'noi lo abbiamo fatto il pane', laddove fìttë mostra metafonesi dal plurale in -i).

Caratteristico è l'uso del pronome arbitrario-impersonale nómë, ad esempio in nómë dìcë ca jè bìllë 'dicono che sono belli'. Questo nómë è un pronome che non ha corrispondenti in altri dialetti italiani oltre al sardo. Questa caratteristica costruzione sintattica è tuttora molto diffusa a Vasto, dove il pronome impersonale usato è l'ome, ad esempio l'ome dèice a maje 'dicono a me'.

Da rimarcare un particolare fenomeno che interessa la zona di Ortona e Lanciano, per cui all'ausiliare essere viene aggianciato il pronome. Esempio: "Sollë fattë chëlà cosë", ovvero "L'ho fatta quella cosa".

Lessico

Tipi lessicali abruzzesi (scrittura etimologica standard) diversi dall'italiano standard:

Alcuni esempi di opposizioni lessicali fra aree omogenee:

  • it. "ragazzo": tipo bardascio (Abruzzo adriatico, anche Marche), tipo quatrano/quatrale (Abruzzo chietino-aquilano interno)
  • it. "bambino": tipo frechino (Teramano), cìttolo (Pescarese-Chietino), quatranetto (Aquilano)
  • it. "testa": tipo capoccia (Marsica), coccia (resto d'Abruzzo), opp. ad es. a testa (Marche, Sicilia, Settentrione), capo,-a (Meridione, Lombardia, Toscana)

Ortografia

Non esiste un'unica regola ortografica per trascrivere l'abruzzese; tale mancanza è probabilmente dovuta al fatto che l'eredita letteraria scritta di questo dialetto è minima. Tra i poeti contemporanei che hanno prodotto testi originali in abruzzese sono da ricordare Modesto Della Porta, Raffaele Fraticelli e Romolo Liberale.

La caratteristica più vistosa del dialetto abruzzese è la presenza della e muta risultante dall'indebolimento delle vocali atone. Questo suono è indistinto, smorzato, ma non arriva mai alla soppressione totale della vocale. Spesso viene reso con una e. Questa e può essere soppressa nella scrittura se preceduta da una i tonica (allegrìe > allegri', Ddìe > Diì', vìe > vì'). I dialettologi propongono invece l'utilizzo del grafema ë.

Gli scritti in dialetto abruzzese comprendono spesso altre due lettere:

  • la j (i lunga) che sostituisce l'italiano gli (ad es. pajàre) e raddoppia se preceduta da vocale tonica (ad es. pàjje 'paglia');
  • la ç (c con la cediglia) nelle parole che hanno un suono intermedio fra sci e ci, ad es. per distinguere fra caçe 'cacio' e casce 'cassa'.

Alcune alternanze nell'ortografia sono dovute alla particolare pronuncia di alcuni nessi consonantici, come:

  • consonanti sorde precedute da m, n, ad es. càmpe/càmbe 'campo', vènte/vènde 'vento', ncòre/ngòre 'ancora', pènse/pènze '(io) penso';
  • s davanti a t e d, talvolta scritta alla maniera introdotta da Finamore con il diacritico š , ad es. štanze, šdoppie, šdentate.

Come esempio di ortografia dialettale abruzzese, si riporta il testo della prima strofa della nota canzone Vola vola (Albanese-Dommarco, 1908).

Testo in ortografia popolare:


« Vulésse fà 'rvenì pe' n'ora sola

lu tempe belle de la cuntentèzze, quande pazzijavàm' a vola vola e ti cupré di vasce e di carezze.

E vola vola vola e vola lu pavone; si tie' lu core bbone

mo' fàmmece arpruvà. »


Testo in ortografia fonetica semplificata:

Vuléssë fà 'rvënì pë n'óra sóla/ lu tèmbë bbèllë dë la cundendézzë/ quànnë pazzijavàm'a volavólë/ e të cupré dë vàscë e dë carézzë./ E vola vola vola/ e vóla lu pavonë/ si tiè lu córë bbónë/ mó fàmmëcë arpruvà.

Traduzione in italiano:

Vorrei far ritornar per un'ora sola/ il tempo bello della contentezza/ quando noi giocavamo a "vola vola"/ e ti coprivo di baci e di carezze./ E vola vola vola vola/ e vola il pavone/ se hai il cuore buono/ su fammi riprovar.

Un saluto e alla prossima

V.B.


mercoledì 30 aprile 2008

Scuola Dialetto

Caro amico,
quante volte ti 6 trovato dalle parti di Francavilla al Mare, Chieti, Pescara, chiedere spiegazioni non capire la risposta? Con questo blog noi cercheremo di sintetizzare in poche pagine tutto l'essenziale che vi serve x riuscire a capire questo difficile ma affascinante dialetto. Noi non abbiamo la presunzione di insegnarvi, ma è solo un aiuto x coloro che vogliono imparare le basi di questa stupenda e a volte anche dimenticata lingua.
Ma iniziamo con un po di storia:

L' Abruzzo è stato sin dai tempi dei Greci, una zona molto commerciante, infatti commerciava regolarmente con Atene. Represso alla dominazione romana dopo una lunga resistenza, l' Abruzzo divenne grande alleato di Roma e aiutò il più grande impero del mondo allora conosciuto ad estendere i suoi confini. In seguito alla caduta dell' Impero, esso è stato conquistato dai più diversi popoli, partendo dai Longobardi fino ai Francesi di Napoleone. Questa grande colonizzazione a cui è stata sottoposta questa regione è senza dubbio uno dei motivi dello sviluppo di un dialetto sì simile al francese o ad altre lingue internazionali.
Non esiste un dialetto unico in Abruzzo, anzi!: c'è ne uno quasi in ogni paese!
Noi prenderemo in considerazione il dialetto che si parla nel Pescarese e nel Chietino, essendo esso il più vicino all'Italiano.

INIZIAMO!

Le persone
Dialetto Italiano Pronuncia
Je Io I
Tu Tu Tu
Esse Egli-Ella Ess
Nù Noi Nù
Vù Voi Vù
Jisse Essi Iss

Quelle che ora abbiamo scritto sono le persone che vengono usate nel parlato e potete notare la forte rassomiglianza con l' Italiano. Per ora va bene così. Domani vi spiegheremo i modi e i tempi dei verbi e la lettura del dialetto. Ciao Ciao!